L’anziano professore e il vaso pieno di ciottoli
Estratto dal libro “Borderline. Cahier pratique de thérapie à domicile” di Deborah Ducasse e Véronique Brand-Arpon (ediz. Odile Jacob, pag. 25-26)
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Un anziano professore dell’École nationale d’administration publique (ENAP) fu incaricato di fornire a un gruppo di dirigenti di grandi società nordamericane un corso di formazione sulla pianificazione efficace del tempo. Il corso era uno dei cinque atelier che costituivano la giornata di formazione. Il professore aveva quindi soltanto un’ora a disposizione per insegnare la sua materia.
In piedi di fronte a questi prestigiosi allievi (che erano pronti ad annotare tutti i suoi preziosi insegnamenti) il professore li guardò uno a uno, lentamente, poi disse: «Oggi realizzeremo un piccolo esperimento». Prese da sotto il tavolo che lo separava dalla classe un grande vaso trasparente e lo posò delicatamente di fronte a sé. Quindi tirò fuori una dozzina di ciottoli, grandi pressappoco come palline da tennis, e li mise delicatamente dentro il vaso, uno alla volta. Quando il vaso fu pieno fino all’orlo, tanto che non sarebbe stato possibile aggiungere un solo ciottolo in più, sollevò lentamente lo sguardo verso gli allievi e chiese: «Questo vaso è pieno?».
Tutti insieme risposero: «Sì».
Il professore fece una breve pausa, poi aggiunse: «Siete sicuri?».
Quindi si chinò nuovamente e prese da sotto il tavolo un recipiente pieno di ghiaia. Con grande attenzione versò la ghiaia sui ciottoli, quindi scosse lievemente il vaso. I sassolini si infiltrarono tra i ciottoli… fino in fondo al vaso.
Il professore sollevò nuovamente lo sguardo verso la classe e ripeté la domanda: «Questo vaso è pieno?».
I brillanti allievi cominciarono a capire il gioco. Uno di loro rispose: «Probabilmente no!».
«Bene!», rispose il professore. Poi si chinò di nuovo e questa volta prese da sotto il tavolo un sacchetto di sabbia. Con grande cura, versò anche la sabbia dentro il vaso fino a riempire gli spazi tra i ciottoli e la ghiaia.
Ancora una volta, il professore chiese: «Questo vaso è pieno?».
Questa volta, all’unisono, i brillanti allievi risposero senza esitare: «No!».
«Bene!», disse il professore.
E come si aspettava la classe, prese la caraffa d’acqua che si trovava sul tavolo e riempì il vaso fino all’orlo.
Sollevando poi lo sguardo, chiese: «Quale importante verità ci dimostra questo esperimento?»
Con grande acume, ripensando all’argomento del corso, il più intraprendente rispose: «Ci dimostra che anche quando crediamo che la nostra agenda sia completamente piena, se ci impegniamo davvero possiamo aggiungere tanti altri appuntamenti, tante altre cose da fare».
«No», rispose il professore, «non si tratta di questo. Questo esperimento ci dimostra che se non mettiamo prima nel vaso i ciottoli grandi, non potremo mai far entrare dopo tutto il resto».
Ci fu un lungo silenzio, durante il quale ciascuno prese coscienza della giustezza di questa affermazione.
Il professore, quindi, aggiunse: «Cosa rappresentano i ciottoli grandi nella vostra vita? La salute? La famiglia? Gli amici? Realizzare i vostri sogni? Fare ciò che amate? Imparare? Difendere una causa? Rilassarvi? Prendervi cura di voi stessi? O qualcos’altro ancora?
Ciò che dobbiamo trarre da questo esperimento è che se vogliamo davvero riuscire nella vita, dobbiamo mettere per primi nel vaso della vita i ciottoli grandi. Se diamo la priorità alla ghiaia, riempiremo la vita di piccole cose e non avremo più tempo a sufficienza da consacrare a ciò che conta di più.
Allora, ponetevi sempre questa domanda: “Cosa rappresentano per voi i ciottoli grandi?”, e metteteli per primi nel vaso della vostra vita.
Con un gesto amichevole della mano, il professore salutò la classe e uscì lentamente dalla sala.